OUT
PRIMA ASSOLUTA: FESTIVAL SEGNALI 2015
OUT è uno spettacolo visuale, multidisciplinare, un’originale fiaba di formazione raccontata attraverso il linguaggio immaginifico del teatro di figura, un’opera poetica per adulti, che può essere vista anche dai bambini. Un viaggio iniziatico che conduce il protagonista fuori dalla casa, metafora delle certezze, per metterlo in relazione col mondo e con i suoi inevitabili contrasti. Il linguaggio poetico delle diverse tecniche utilizzate trasporta il pubblico in una dimensione onirica, trasmettendo il suo messaggio universale attraverso l’uso di archetipi.
CREDITS
Ideazione, drammaturgia, regia, costruzione pupazzi, scene, costumi, suoni, performer: Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti, Giulia De Canio.
Produzione: UnterWasser
Pubblico: per adulti e bambini dai 6 anni in su.
Durata: 50’
PREMI
Eolo Award 2016, Miglior spettacolo di Teatro di Figura
Selezione Visionari Kilowatt Festival 2015
Menzione d' onore Festebà 2015
Finalista Premio SCENARIO Infanzia 2014
“Immersi come siamo in mondi digitali creati apposta per noi, dei quali siamo fruitori ingabbiati (...), spettacoli come Out ridanno vigore a quel tacito accordo pattuito tra gli interpreti e il pubblico in base al quale – per questo tempo in comune, in questo spazio in cui siamo – facciamo finta di credere credendoci veramente. Fino a che, com’è avvenuto in questo caso, gli applausi cominciano sancendo la fine dell’incantesimo".
— Alessandro Toppi, IL PICKWICK
"Semplice, poetica, emozionante, è una performance di Teatro di Figura magnetica e potente, che combina diverse tecniche di manipolazione. Questa caleidoscopica e originale combinazione di oggetti manipolati, pupazzi, ombre - dove le luci e la musica sono usati con brillante intelligenza e con funzione empatica - crea una performance sorprendente che a tratti sembra essere quasi un film di animazione. Pura gioia teatrale”.
— Rui Pinha Coelho
"Questa semplice e mirabolante avventura svela il chiaro messaggio: apriamo la gabbia del nostro cuore, inutile chiudere, erigere barriere, inutile serrarsi in casa. Meglio esplorare, volare, nuotare, giocare".
— Andrea Porcheddu, GLI STATI GENERALI
“Le marionette ci portano a contatto con una realtà naturale e metropolitana ricreata su strutture di metallo e vetro. Materie povere che prendono vita in controluce, nelle miniature insufflate di una sonorità diffusa, deserta di parole. Una partitura delicata, raffinatissima, che si può dire compiutamente d'avanguardia, pur mantenendo in sé quella grammatica dei sentimenti che rende un racconto classico".
— Katia Ippaso, LA NUOVA ECOLOGIA
“Uno spettacolo bello e poetico, dove l’arte del teatro di figura può agevolmente uscire dalla tradizione per incamminarsi anche lui, come il bimbo protagonista della storia, verso nuovi orizzonti".
— Mario Bianchi, EOLO